Lecce: violenza Antifa contro GN Lecce per Acca Larentia, una risposta ai fiancheggiatori
- Mattia Gallotta
- 14 gen
- Tempo di lettura: 4 min
Aggiornamento: 20 gen

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La commemorazione della Strage di Acca Larentia a Lecce
Lo scorso 7 gennaio, Lecce è stata teatro di fatti che difficilmente potremo dimenticare.
Come Gioventù Nazionale, Azione Studentesca e Azione Universitaria, siamo scesi in piazza per commemorare la Strage di Acca Larentia (Roma), nella quale persero la vita Franco Bigonzetti e Francesco Ciavatta, e l'omicidio, per mano di un poliziotto, di Stefano Recchioni. Abbiamo scelto Piazza d'Italia come luogo simbolico per il nostro ricordo.
La protesta antifascista: tensioni e violenza
All'inizio della commemorazione, tutto sembrava procedere regolarmente, nonostante a un centinaio di metri da noi fosse già operativo un "presidio antifascista", organizzato da ben 90 sigle della sinistra locale, che evidentemente ritiene fondamentale manifestare la propria condanna di una manifestazione in ricordo di tre ragazzi che, pur militanti politici, non avevano alcuna colpa.
Lo "spettacolo", si fa per dire, è iniziato nel momento in cui, appena abbiamo sciolto il nostro striscione, un gruppo di facinorosi anarco-comunisti ha fatto irruzione nella Piazza. Con loro, bottiglie di vetro volanti e cori, tanto poco creativi quanto indecenti, come il celebre «10, 100, 1000 Acca Larentia»; ulteriore prova, se mai fosse stata necessaria, che l’estrema sinistra militante fatica a esprimersi senza ricorrere alla violenza gratuita.
Un paradosso mediatico: la versione di Enrico Bove per Requiem Pamphlet
Ed ecco il paradosso. Nella giornata di ieri, la rivista online Requiem Pamphlet ha pubblicato un articolo fazioso e partigiano, spacciandolo per una ricostruzione oggettiva dei fatti. Autore del pezzo è Enrico Bove, simpatizzante del presidio antifascista, già candidato consigliere comunale per il centro-sinistra, lo scorso giugno. Che pure, proprio il giorno prima della pubblicazione, mi aveva contattato, in quanto Presidente di Azione Universitaria Lecce, per ascoltare (a questo punto, si fa per dire) la mia versione dei fatti, promettendo imparzialità.
Cosa c'è che non va nell'articolo di Bove?
Fin dalle prime righe, si assiste a una confusione deliberata tra la storica commemorazione che avviene ogni anno a Roma, davanti alla sezione ex-MSI di Acca Larentia, e ciò che, invece, noi militanti delle comunità menzionate in apertura abbiamo organizzato a Lecce: una semplice fiaccolata con striscione.
Nessuna esposizione di simboli fascisti, nessun saluto romano, nessuna “marcia su Lecce”, come ha invece insinuato, nei giorni precedenti, Il Vicepresidente del Consiglio Regionale pugliese, Cristian Casili.
I simboli e le accuse infondate: cosa è successo davvero
Bove dedica poi un solo, sommesso, accenno alle bottiglie di vetro che ci sono state lanciate, e ha anche il coraggio di farlo con tono perplesso e volutamente scettico, nonostante avessi avuto personalmente modo di chiarirgli – cosa omessa nell’articolo – che persino testate notoriamente di parte (e non certo dalla nostra), come Repubblica, abbiano confermato questi i fatti. La parola “violenza” viene messa tra virgolette, quasi a suggerire che si tratti di una nostra fantasia. Evidentemente, la violenza è tale solo quando si subisce, non quando la si infligge.
L'autore fa poi riferimento a un presunto “contro-manifestante anonimo”, che si dice “sbigottito” dalle nostre accuse di lanci di bottiglie. Una narrazione che rasenta il surreale, considerando che le immagini e le testimonianze parlano da sole.
La verità sul prestito della Fondazione Alleanza Nazionale
Bove, poi, parte alla carica insinuando rapporti tra di noi e CasaPound per via dell'ormai nota questione del prestito, a fondo perduto, da parte della Fondazione Alleanza Nazionale, alla Associazione Acca Larenzia, controllata da un esponente di CasaPound, e non al movimento stesso, per l'acquisto della sezione di Acca Larentia.
È bene chiarire, come ha fatto magistralmente il Presidente del Consiglio, in primo luogo, che la Fondazione Alleanza Nazionale è distinta dal Partito Fratelli d'Italia (infatti vede nel suo CDA, per esempio, Gasparri e Alemanno) e, in secondo luogo, che il prestito è avvenuto poiché la sezione risultava essere all’asta. L'operazione ha permesso di evitare che un luogo di immenso valore storico e simbolico venisse trasformato, per esempio, in un fast food, ha dichiarato Meloni, o in altre attività commerciali che ne avrebbero cancellato il significato.
Non esistono quindi rapporti con CasaPound, anzi la Fondazione Alleanza Nazionale ha fatto sapere di aver proceduto con il prestito proprio perché, nel caso di un acquisto, avrebbe dovuto farsi carico delle forme di commemorazione e ricordo che, ogni anno lì si tengono e ha giudicato ciò non pertinente alle proprie funzioni.
Sono fatti, questi si, oggettivi e, per quanto possano infastidire, dovrebbe essere accolti come tali da chi si definisce paladino della cultura.
Noi rivendichiamo con orgoglio la nostra identità: MSI e FUAN
In conclusione, nell’articolo di Bove noi militanti veniamo accusati di aver rivendicato, sulla stampa, di essere discendenti del Movimento Sociale Italiano e del FUAN. Ecco, non solo confermiamo questa dichiarazione, ma la ribadiamo con fermezza e con estremo orgoglio. Noi rivendichiamo le nostre radici con la stessa passione con cui ogni giorno ci impegniamo per onorare la memoria di chi, con il proprio sacrificio, ha difeso la nostra Idea.
La nostra militanza quotidiana non è sterile nostalgia, ma un atto identitario che guarda al futuro, un impegno volto a incarnare i valori di chi è venuto prima di noi, per costruire un domani che possa essere all’altezza del loro esempio. Per noi, l’eredità del MSI e del FUAN è una responsabilità che portiamo con orgoglio e determinazione, con il cuore colmo di gratitudine verso chi ha dato tutto per il nostro ideale.
Mattia Gallotta