18-22 marzo 1848, le 5 giornate di Milano:
Passando in zona Porta Vittoria, potrete notare una piazza intitolata alle Cinque Giornate di Milano, con al centro un imponente obelisco realizzato da Giuseppe Grandi in onore dell'omonima insurrezione milanese del 1848. Non tutti sanno però cosa furono le Cinque Giornate e men che meno il ruolo importantissimo che ebbero per il nostro Risorgimento.
Il nord Italia sotto il gioco straniero:
Il quadro geo-politico dell'Italia di metà '800 vedeva la penisola frammentata e divisa, con un Lombardo-Veneto ancora sotto il dominio austriaco. Fu proprio in questo contesto che, nel 1848, prima in Europa e quasi contemporaneamente in tutta Italia, dilagarono dei moti rivoluzionari.
Vienna, capitale dell'Impero asburgico, non fu esente da tali insurrezioni che il 13 marzo portarono il popolo in piazza. Vista la situazione precaria in cui versava l'Austria, il popolo Milanese organizzò per il 18 marzo una manifestazione con lo scopo di ricevere alcune concessioni dagli occupanti come la libertà di stampa, l'istituzione di una guardia civica e una maggiore autonomia per la Lombardia. Le tensioni già alte e il crescente malcontento fecero sì che la manifestazione diventò un assalto al palazzo del governatore.
I fatti precipitano:
Catturato, il governatore O'Donell fu costretto a firmare diverse concessioni alla città, mentre il comandante austriaco Radetzky dovette rifugiarsi nel Castello Sforzesco. In poche ore, fra le strade di Milano sorsero migliaia di barricate, erette da un popolo stanco di stare sotto il gioco dello straniero e volenteroso di scacciare gli oppressori dalla Lombardia. Il 20 marzo, gli austriaci erano già stati allontanati dal molti quartieri del centro, permettendo cosi a due patrioti, Luigi Torelli e Scipione Bagaggia, di appendere il Tricolore sul Duomo. Radetzky, con la sua guarnigione austriaca, controllava ancora le Mura Spagnole e il Castello Sforzesco, chiudendo i milanesi dentro la città e bloccando ogni via di approvvigionamento. Fra il 21 e il 22, nacque anche un governo provvisorio, volto a prendere le redini della rivolta.
La fuga di Radetzky e la vittoria milanese:
Volendo rompere l'accerchiamento austriaco, le milizie milanesi riuscirono a conquistare Porta Tosa, rinominata proprio per questo successo, Porta Vittoria. Nel frattempo, una delegazione milanese era alla corte di Carlo Alberto, Re di Piemonte, per coinvolgerlo in quella che poi sarà la Prima Guerra di Indipendenza Italiana. Radetzky, spaventato dall'idea di venir accerchiato da piemontesi e milanesi, battè in ritirata abbandonando così la città. Il 22 marzo, Milano venne finalmente liberata, sancendo così la fine dell'occupazione austriaca. Purtroppo, con la sconfitta della prima guerra d'Indipendenza, il Lombardo-Veneto tornerà sotto il gioco asburgico per qualche anno ancora.
Ricordare è onorare:
Come federazione milanese di Gioventù Nazionale, è per noi importantissimo ricordare questo avvenimento non solo per la sua rilevanza storica, ma anche come monito di eroismo e di coraggio per chi diede la vita per la propria libertà.
Diego Como