Una delle questioni più importanti per la potenza e il benessere di un paese è quella legata alla sua geopolitica, che riguarda il legame tra l’azione politico-militare e la geografia fisica di un dato paese. È essenziale per uno stato conoscere a fondo le caratteristiche e la conformazione del proprio territorio, i suoi punti deboli e i suoi punti di forza e adattare la propria strategia a ciò per raggiungere obbiettivi sia dal punto di vista economico che militare. In questo articolo mi appresto a compiere una breve analisi geopolitica dell’Italia nel suo contesto mediterraneo.
L’Italia, così come ci siamo abituati a sentire, è situata in una posizione strategica al centro del Mediterraneo; questa caratteristica del nostro Paese è da considerarsi sia un fattore di vantaggio, nel caso in cui la si sappia sfruttare, sia, nel caso contrario, di svantaggio, poiché si espone il Paese alle mire espansionistiche, territoriali o economiche delle potenze straniere: la storia d’Italia, con le sue innumerevoli dominazioni (straniere), ce lo dimostra. Ahinoi, l’Italia, dalla sua unificazione a oggi, non ha goduto di governi capaci di sfruttarne l’enorme potenziale strategico, rendendo così il nostro Paese subalterno rispetto alle altre potenze.
Bisogna, di fatti, ricordare che l’Italia è immersa nella sua realtà mediterranea e a ciò la nostra strategia deve puntare; molti purtroppo sembrano esserselo dimenticato, puntano alla Mitteleuropa che, in verità, non ci appartiene e sulla quale puntare sarebbe rischioso e controproducente. L’Italia deve dunque riconquistare la sua mediterraneità e riconsiderare suo questo mare, così come i Romani lo definivano «Mare nostrum». Ma, in un mediterraneo sempre più competitivo e su cui molte potenze, comprese quelle che non vi si affacciano direttamente, puntano, recuperare importanza non è affatto facile e richiede tempo, dedizione, dispiego di forze e risorse e, quel che è mancato sino a ora, lungimiranza e intelligenza strategica.
Viviamo in un’epoca in cui sempre più spesso si ode parlare di disarmo e smilitarizzazione, ebbene ciò è oggettivamente impossibile, specialmente per paesi dall’importante centralità geopolitica come il nostro. Anzi, sarebbe bene iniziare a investire maggiormente sul militare se vogliamo sperare di uscire dalla sfera di influenza americana e ricominciare a camminare sulle nostre gambe, poiché affidare la nostra difesa agli USA, se da un lato significa poter spendere meno risorse nel settore militare così da utilizzarle altrove, d’altro canto vuol dire cedere sovranità a costoro, che giammai agiranno secondo i nostri interessi ma solamente secondo i loro.
Importantissimo da un punto di vista geopolitico, ma non solo, è il tema dell’immigrazione: che rende l’area mediterranea fortemente instabile, e così tutti i paesi europei vittima delle crescenti ondate migratorie che vedono, in maniera inversamente proporzionale, all’aumento dell’immigrazione, una diminuzione dell’omogeneità e della stabilità interna. Rimembriamo che l’Italia, sempre per la sua centralità nell’area mediterranea, è anche al centro del fenomeno migratorio che, è risaputo, viene sfruttato da paesi quali la Turchia del “sultano” Erdogan, che utilizza i migranti come strumento di pressione sull’Europa incapace di contenere il fenomeno migratorio e che, in nome di una politica perbenista e non curante delle esigenze del proprio popolo, preferisce sottostare a queste pressioni provenienti da chi l’Europa intende indebolirla. La Turchia è inoltre, insieme alla Russia rappresentata dai miliziani del gruppo Wagner, presente in Libia: paese a sud dell’Italia, spaccato in due e via per cui gran parte dei flussi migratori transitano. E è anche lì che si gioca la partita per il controllo del Mediterraneo; non dobbiamo, conseguentemente, sottovalutare la minaccia turca con le sue chiare mire geopolitiche nel nostro mare né la minaccia russa che dal Mar Nero scalpita e aspira ad avere un ruolo di primo piano nello stesso, e per cui lo Stretto del Bosforo è essenziale.
A minacciare i nostri interessi economici marittimi è anche l’Algeria, grande alleata della Russia, che ha stabilito una ZEE (Zona Economica Esclusiva) spropositata, che quasi tocca la Sardegna, prendendo così il controllo di porzioni di mare che ci spettano e di cui avremmo bisogno per una nostra futura espansione economica. Anche l’Italia il 14 Giugno del 2021 ha deciso, a fronte di ciò citato prima, di dotarsi di una zona economica esclusiva, scelta di importanza fondamentale e sicuramente utilissima, ma è bene tenere a mente che una ZEE serve a ben poco se non la si sa difendere a dovere e un mancato adeguato esercizio del controllo su questa zona può minare la credibilità ed il prestigio della nostra Nazione.
Ribadisco ancora una volta quanto per la nostra Nazione sia importante un’adeguata strategia geopolitica, un adeguato potenziamento delle forze armate ed una grande lungimiranza; oltre che un sempre ulteriore distacco dalla politica e dal controllo di Washington che incatena anima e corpo l’Italia e il resto delle nazioni europee impedendone il corretto sviluppo e il rifiorire meritato che deve concernere noi e i nostri fratelli continentali; distacco che auspico sotto forma di patto militare squisitamente europeo.
Gabriele Sebastiano Catania