Il mio viaggio in Ucraina, tra fede e patriottismo
- Francesco Rocca
- 16 gen
- Tempo di lettura: 3 min
Aggiornamento: 20 gen
È un grande onore poter condividere l'esperienza e i ricordi di un meraviglioso viaggio in Ucraina, prima del freddo inverno che caratterizza questa splendida terra e un po' tutta l'Europa dell'est

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Pianificato il tour in macchina, per conoscere i parenti di mia moglie, siamo partiti da Milano con soste a Lubiana (capitale della Slovenia), Brno (città della Repubblica Ceca), Cracovia (città polacca ricca di storia e fascino).
Superati i rigidi controlli della dogana tra Polonia e Ucraina, abbiamo svolto la prima tappa nell'Ucraina profonda e rurale, ovvero nell'oblast (suddivisione territoriale tipica dei paesi ex-Urss) di Zytomyr, tra natura incontaminata, distese chilometriche di campi coltivati, galline che scorazzano libere (anche in strada), orti domestici (con tanto di mucche e cavalli), volpi che attraversano le superstrade, nuove chiese sorte dopo il crollo dell'Unione Sovietica, murales che ricordano i soldati tutt'ora impegnati a difendere la patria dall'invasione russa e cimiteri con bandiere nazionali per onorare quei soldati che al fronte hanno perso la vita.

L'Ucraina è un'enorme pianura e le superstrade che attraversano la nazione sono prevalentemente dritte.
La seconda sosta è avvenuta a Kyiv, qui ci siamo potuti fermare per alcuni giorni e ho scoperto una grande e storica città dal patrimonio artistico e culturale immenso, la capitale è stata una vera sorpresa.
L'ordine e la pulizia, diffusi un po' in tutti i centri urbani dell'Ucraina, fanno capire che il senso civico è molto alto, nonostante la guerra, non si rinuncia alla costante manutenzione del verde pubblico.

Le dorate chiese ortodosse sono sempre piene di fedeli, di qualsiasi età, gran parte dei mastodontici monumenti sovietici non hanno più la falce e il martello, un simbolo che in Ucraina, forse ancor più che in tutte le altre ex Repubbliche Socialiste Sovietiche, ricorda la fame, il dolore e la povertà causate, intenzionalmente, dalla carestia forzata (Holodomor) voluta espressamente da Stalin, agli inizi degli anni 30, e che ha provocato milioni di morti per fame.
In ucraina si respira un forte sentimento patriottico e questa guerra non l'ha di certo soffocato, anzi...
Kyiv è una città travolgente, oltre alle bellezze storiche, ricordo enormi parchi, grattacieli, centri commerciali, ristoranti, locali e negozi con standard qualitativamente alti e dai prezzi contenuti. Ho trovato un popolo che, con dignità, affronta la vita a testa alta, con una voglia di libertà e di affermazione di sé, non ancora tentato e intaccato dal consumismo sfrenato dell'Occidente neoliberismo.

La terza tappa del nostro viaggio è stata Kharkiv, città d'origine di mia moglie, una metropoli prevalentemente caratterizzata dall'architettura sovietica, con grandi viali e parchi, il parco del centro ospita lo zoo e si può visitare gratuitamente; qui ho visto i segni della guerra, le bombe russe hanno danneggiato gravemente gran parte degli edifici del centro storico, l'aria è pesante, e nei mille volti incrociati ho percepito la stanchezza, ma ho anche visto gente che non rinuncia a vivere.
Dopo la breve sosta a Kharkiv, siamo partiti per tornare in Italia con ultima tappa, in terra ucraina, a Lviv, tra chiese cattoliche e ortodosse, palazzi eleganti e, probabilmente, la città più patriottica dell'Ucraina. Una nazione che, non solo per motivi familiari, porto nel cuore e che, con o senza guerra, rivedrò presto.
È stato un periodo fortunato, fine settembre 2024, perché non abbiamo vissuto direttamente i bombardamenti, ma vi assicuro che sentire le sirene tutti i giorni, perché in quel momento, da qualche altra parte dell'Ucraina, droni e aerei russi volavano pronti a colpire o il vedere, in piena notte l'abbattimento di droni, a pochi chilometri da Kyiv, fa davvero un certo effetto. E lì, si, cominci a pensare alla vita.
Francesco Rocca
Grazie a Rocca, a Milano un luogo per ricordare le vittime dell'Holodomor

La Redazione è felice di comunicare che, grazie all'iniziativa del Consigliere Francesco Rocca, la città di Milano dedicherà un luogo alle vittime dell'Holodomor, la carestia causata dal regime di Stalin in Ucraina tra il 1932 e il 1933, che provocò milioni di morti. La mozione, approvata all'unanimità dal Consiglio comunale, rappresenta un passo importante nel ricordo di una tragedia storica, spesso ignorata perché perpetrata da mano rossa.
Redazione