Nel febbraio del 1941, in previsione di un ulteriore sforzo bellico nel conflitto in corso, venne deciso di mobilitare la 63° Legione d'Assalto CC.NN. ''Tagliamento'', autonoma e composta, in maggior numero, da Camicie Nere della Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale.
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Origini della Legione Tagliamento
Già nell'agosto dello stesso anno la Legione lasciava l'Italia in direzione Russia, a seguito dell'intervento in terra bolscevica, ordinato da Mussolini, con l'obiettivo di aiutare l'alleato tedesco.
«Partiti dalla Roma madre antica
per continuar la marcia redentrice,
andammo nella Russia bolscevica
portando in cuor la fede innovatrice»
Arrivati, per mezzo della ferrovia, in Romania, i militi della legione intrapresero, a piedi, la marcia per il fronte russo, giungendo, infine, sulla sponda destra del Dnepr, presso la quale, a fine settembre, ebbero il loro battesimo di fuoco, nello scontro di Petrikowka.
Successivamente, la Legione Tagliamento partecipò a numerose altre battaglie nello scacchiere orientale, venendo addirittura promossa a "Unità M", dopo essersi distinta per azioni belliche, dimostrando il proprio valore sul campo.
In soli sei mesi di servizio, dal settembre '41 (quando lasciò l'Italia) al gennaio del '42, la Tagliamento perse oltre il 65% dei suoi effettivi (quasi mille uomini, fra ufficiali e truppa), vedendosi costretta a rimanere in seconda linea, per riorganizzarsi e ricolmare i buchi nell'organico.
Da qui in poi, la Legione, riorganizzata in Gruppo Tagliamento con l'avvento dell'Armir, proseguì il proprio impiego fino alla Battaglia di Natale, conosciuta anche come Seconda Battaglia del Don, che vide una quasi totale sconfitta italiana, ovvero con la morte di quasi centomila nostri connazionali, per mano del freddo e dei sovietici.
«Ohè camerati,
degli "M" decorati,
A noi!
Il Don ci ha battezzati
A noi!»
Ebbe così inizio la grande ritirata di Russia, spesso a piedi e con un vestiario che poco poteva contro il freddo russo. In aggiunta, una brutta sorpresa attendeva i sopravvissuti della Tagliamento in Italia, come noto, il 25 luglio, prima, e l'8 settembre, poi, segnarono la caduta del Fascismo.
Dopo l'armistizio: la scelta della RSI
Dalle ceneri del fascismo nazionale nacque la Repubblica Sociale che, grazie a un portentoso lavoro di propaganda e di revanscismo, seppe catturare nuovamente il cuore di milioni di Italiani. Ma questo processo, per così dire, di legittimazione del nuovo Stato non fu, però, necessario agli occhi delle Camicie Nere del 63° Battaglione Tagliamento, che, già all'indomani dell'armistizio, e in barba a ogni ordine, si aggregarono a un'unità di paracadutisti tedeschi, al fine di continuare la guerra contro gli anglo-americani.
«La nostra "M" ormai dal tempo stinta,
dal sangue degli eroi venne ritinta»
Ben presto, con la formazione della Guardia Nazionale Repubblicana, il corpo di polizia in cui confluirono carabinieri e altre Forze Armate della RSI, la Tagliamento venne richiamata e inquadrata nuovamente nelle file italiane. Non più impiegata contro gli Alleati, la Tagliamento venne utilizzata, per lo più, in azioni anti-partigiane, di contro guerriglia e, bisogna dirlo, di rappresaglia contro i civili.
«All'erta imboscati,
che gli "M" son tornati,
gli eroi,
sarete bastonati,
da noi!»
I 600 giorni della Repubblica di Salò passarono, però, molto velocemente, e, col concludersi della guerra, il ricordo della Tagliamento venne relegato al solo ruolo svolto durante la partecipazione nella Guerra Civile, dimenticandone il suo grande valore in terra di Russia, terra da cui la maggior parte dei suoi effettivi non fece ritorno.
Di seguito l'Inno della Legione Tagliamento, composto da penna ignota nel corso del 1944 e cantato dai militi durante la Guerra Civile. Il testo ripercorre la storia della Legione, dalla sua formazione, al suo impiego in Russia, fino a invocare il ritorno in Italia e un ritorno degli "M".
Diego Como
L'inno della Legione Tagliamento
«Per voi ragazze belle della via
che avete il volto della primavera,
per voi che siete tutta poesia
e sorridete alla
camicia nera,
per voi noi canteremo le canzoni
dei nostri vittoriosi battaglioni.
Ohè camerati,
degli "M" decorati,
A noi!
Il Don ci ha battezzati
A noi!
Partiti dalla Roma madre antica
per continuar la marcia redentrice,
andammo nella Russia bolscevica
portando in cuor la fede innovatrice.
Ci precedette un'epica Legione
ci accolse il rombo cupo del cannone.
Ohè camerati,
degli "M" decorati,
A noi!
Il Don ci ha battezzati
A noi!
Poi venne il dì dell'algido squallore
in riva al grande fiume dei cosacchi,
allor rifulse indomito il valore
che invermigliò la lotta negli attacchi.
La nostra "M" ormai dal tempo stinta,
dal sangue degli eroi venne ritinta.
Ohè camerati,
degli "M" decorati,
A noi!
Il Don ci ha battezzati
A noi!
E quando a Roma noi ritorneremo,
e per le vie dell'Urbe sfileremo,
le nere insegne tutte insanguinate
dinnanzi al nostro Duce inchineremo.
Su di esse inciso v'è come nel quarzo
tutto il valor della "23 Marzo".
All'erta imboscati,
che gli "M" son tornati,
gli eroi,
sarete bastonati,
da noi!»