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Parenzo boicottato: parla Giacomo Mollo, Presidente di Azione Universitaria Sapienza

Venerdì 8 marzo il convengo Ricambio generazionale: pronti, partenza, via! organizzato nel quadro del campus Obbiettivo 5, in collaborazione con Le Contemporanee, Il Corriere e Iodonna.it, che vedeva come ospiti, tra gli altri, il noto giornalista David Parenzo insieme a Giacomo Mollo e Damiano Vulpiani, Presidente e Vice-presidente di Azione Universitaria Sapienza, è stato boicottato dai collettivi di sinistra.



Boicottare violentemente le iniziative di Azione Universitaria è diventato lo sport preferito dell’estrema sinistra romana, nell’università in cui si rivendica il diritto alla libertà di espressione per la professoressa che solidarizza con le BR, “fascisti” come Daniele Capezzone e David Parenzo non devono poter parlare.


Il Presente ha raggiunto Giacomo Mollo, Presidente di Au Sapienza, a cui va la solidarietà della Redazione:



«Azione Universitaria Sapienza contribuisce ormai da tempo alla vita culturale dell’università attraverso l’organizzazione di incontri, conferenze e convegni aperti a tutti gli studenti; purtroppo, da ormai da due anni a questa parte il clima è diventato via via sempre più teso. Riscontriamo una vera e propria strategia di tensione finalizzata a fomentare l’odio politico nei confronti della nostra organizzazione, l’unica organizzazione di centro-destra attiva in università, messa in atto da una piccola minoranza di studenti, che, a dire il vero, spesso non sono neppure studenti della Sapienza ma che appartengono ai diversi collettivi romani.


A questo clima quotidiano noi militanti siamo finiti per abituarci, oltra a noi, però, ne sono stati investiti anche i nostri ospiti: c’è passato per primo Daniele Capezzone, direttore di Libero, e ora, due giorni fa, è toccato anche a David Parenzo che aveva sempre difeso l’operato degli studenti che ci avversano, anche quando tentarono di impedire a Capezzone di parlare, e che ora, però, in seguito a quanto accaduto a lui, ha finalmente aperto gli occhi sul fatto che ai collettivi basta che qualcuno, anche di sinistra, acconsenta a confrontarsi con noi perché diventi, automaticamente, un pericoloso fascista.


Da parte nostra ci sarà sempre apertura e disponibilità al dialogo con chiunque lo desideri, tanto con chi ci è vicino quanto con chi ci è lontano, tanto con le persone e gli ospiti che la pensano come noi quanto con coloro che la pensano diversamente. Purtroppo, questa minoranza che, ripeto, appartiene al mondo dell'estrema sinistra non la pensa così.


A ben guardare, nonostante accusino noi e i nostri ospiti di essere fascisti, i veri antidemocratici sono proprio loro: veri e propri comunisti, chiamiamoli con il nome che si sono scelti, che utilizzano la scusa dell'antifascismo militante per attaccarci pretestuosamente. Prima l'antifascismo, poi l'anticapitalismo e questa volta l'antisionismo, trovano sempre una scusa per provare a tappare la bocca di chi non la pensa come loro.


Aggiungo che come Au noi non faremo passi indietro: siamo un baluardo all'interno dell'università, continueremo a portare avanti le nostre idee e il valore della libertà di espressione. Naturalmente, chiediamo in primis alle autorità accademiche che vengano presi provvedimenti nei confronti di contro chi inneggia all'odio politico: tanto nei confronti dei collettivi, che devono essere allontanati definitivamente dall’università e a cui vanno sottratte le aule e gli spazi occupati abusivamente; quanto, è il caso di pochi giorni fa, nei confronti della professoressa Donatella Di Cesare, a cui è bene sottrarre la cattedra perché inadatta ad insegnare in una università come la Sapienza che ha pianto numerose vittime del Terrorismo della Brigate Rosse.


Chiediamo anche ai leader della sinistra parlamentare, Giuseppe Conte ed Elly Schlein, che la scorsa volta, quando fu impedito a Capezzone di parlare, solidarizzarono con gli studenti violenti, di schierarsi nettamente in favore della democrazia, del confronto e della libertà di espressione, prendendo le distanze e condannando nettamente la violenza degli studenti dei collettivi.


Se due giorni fa è potuto succedere quello che è successo, la responsabilità è anche dell'omertà di chi ha scelto di tacere all'inizio delle violenze.»


A cura di Matteo Respinti

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