«Ritengo di dovermi occupare di altro. Non sono cose che sono state condivise con me, ma se lo chiede a me le dico la sede di Acca Larentia è una storica sede del Msi, ho letto sui giornali che l’immobile era stato messo all’asta da Inail, se lo chiede a me chiaramente sono contenta che non sia diventata un fast food, per una sede così, storica e delicata».
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Così Giorgia Meloni ha risposto, in conferenza stampa, alla domanda sulla decisione della Fondazione Alleanza Nazionale, nel cui CDA figurano numerosi esponenti di Fratelli d’Italia, di concedere 30mila euro, a fondo perduto, alla Associazione Acca Larentia, “presieduta da un autorevole esponente di CasaPound”, per acquistare i locali della storica sede del Movimento Sociale Italiano di Acca Larentia.
Come noto, il 7 gennaio 1978 la sezione è presa d'assalto da un gruppo armato di estrema sinistra che uccide Franco Bigonzetti e Francesco Ciavatta, due militanti del Fronte della Gioventù. Nelle ore successive all'assalto muore, ucciso dalle forze dell'ordine, un terzo militante, Stefano Recchioni.
La destra militante e Fratelli d'Italia non hanno mai rinunciato alla memoria e al ricordo dei propri martiri e, anche per questo, ogni anno sono oggetto della demonizzazione della stampa e delle forze di sinistra, dalle quali, per altro, non giungono mai parole di condanna per la strage.
La questione del prestito della Fondazione, realtà indipendente da Fratelli D'Italia e che, per altro, vede all'interno del proprio CDA, oltre a esponenti di FDI, come Arianna Meloni, esponenti di forze politiche molto diverse (per esempio Forza Italia, nella persona di Maurizio Gasparri, e Indipendenza, nella persona di Gianni Alemanno), era stata sollevata dal quotidiano Domani, che aveva presentato i fatti come imbarazzanti per il Governo e per il Partito di Giorgia Meloni.
Senza imbarazzo, il Premier Meloni, pur ribadendo la propria estraneità dalla della decisione della Fondazione Alleanza Nazionale, l'ha salutato con favore.
Redazione