Tradimento. Il centro-destra sceglie l'aborto: in Sicilia concorsi per soli medici non obiettori
- Matteo Respinti
- 23 ore fa
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Cos'è il centro-destra? Per lo più una compagnia di mercenari, privi di valori, onore e dignità. Cos'è la destra? Probabilmente, ormai, la stessa cosa. E il caso siciliano, per quanto emblematico, è solo l'ultimo episodio di una lunga lista di balzi in avanti progressisti.

Il fatto: il CDX vota l'obbligo di assunzione per soli medici non abbiettori
Il 27 maggio 2025, l'Assemblea Regionale Siciliana (Ars), a maggioranza centro-destra, guidata dal forzista Renato Schifani, ha approvato una norma, dal sapore autoritario, che obbliga le aziende sanitarie pubbliche a bandire concorsi di assunzione riservati esclusivamente a medici non obiettori di coscienza. Come se ciò non bastasse, la norma prevede anche la facoltà di licenziare colui che maturasse la propria sensibilità di obiettore tempo dopo l'assunzione.
Il provvedimento nasce da un emendamento del deputato Dario Safina (Partito Democratico), ma questo non può assolvere in alcun modo il centro-destra siciliano, che ha tradito i propri elettori.
Inutile bluffare. Se è fuor di dubbio che la difesa della vita non stia a cuore a ogni elettore del centro-destra, perché, ahinoi, è così anche per diversi sedicenti conservatori, quello che è sicuro è che per questi elettori l'aborto non è una priorità.
In più, è fuor di dubbio che un elettore di Forza Italia, Lega o Fratelli d'Italia non vota questi partiti perché i loro esponenti rincorrano le proposte della sinistra per un bisogno patologico di essere accettati. "Un importante segnale di debolezza nella maggioranza", non si è dimenticato di sottolineare il capogruppo PD Michele Catanzaro.
I dati: l'aborto in Sicilia è già garantito
Safina (PD), nel festeggiare la norma, ricorda che in Sicilia l'81,5% dei ginecologi, il 73,1% degli anestesisti e addirittura l'86,1% del personale non medico sono è obiettori di coscienza.
Nel farlo, non coglie ciò che questo dato davvero segnala: l’aborto è molto distante dalla sensibilità della comunità sanitaria siciliana. Non si tratta di agenti segreti dell'"ultra-tradizionalismo cattolico", ma di professionisti che, in virtù della propria professionalità, sono obiettori.
A ciò va aggiunto un altro dato. Un dato che, certo, non può farci piacere, ma che rimane fondamentale per denunciare l'assurdità della norma: il diritto - sic - all'aborto in Sicilia è già garantito.
Come dimostra da anni la relazione al Parlamento del Ministero della Salute sull’attuazione della legge 194:
Il 47% delle strutture sanitarie siciliane garantisce servizi per l’interruzione volontaria di gravidanza, una percentuale che non indica affatto uno stato emergenziale come descritto dai promotori della legge.
I carichi di lavoro per i "medici" abortisti sono assai modesti, a livello nazionale si parla di 1,6 aborti a settimana, in Sicilia sale a 3.
La norma, è evidente, è una vittoria ideologica e culturale della sinistra progressista, vinta con i voti del centro-destra, e non ha nulla a che vedere con l'effettiva, e comunque contestabile, necessità sanitaria.
La beffa: incostituzionalità e discriminazione
Da ultimo, non si possono non menzionare i gravi dubbi di legittimità costituzionale che la legge approvata dall’Ars solleva, perché la battaglia per il diritto alla vita si combatte nel merito e non con gli sproloqui confessionali.
In primis, per il nostro ordinamento, l’obiezione di coscienza è un diritto fondamentale, chiaramente riconosciuto e garantito dall’articolo 9 della legge 194/1978.
In secundis, il provvedimento regionale contravviene ad altri (diversi) articoli costituzionali: l’articolo 3 (uguaglianza tra cittadini), l’articolo 4 (diritto al lavoro), l’articolo 21 (libertà di pensiero e di espressione), e l’articolo 19 (libertà religiosa e di coscienza).
Attendiamo che il Governo nazionale sconfessi questa porcheria, ribadendo il proprio impegno in difesa della vita.
Matteo Respinti
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