[Rimani aggiornato sulle nostre attività: iscriviti al Canale Whatsapp]
di Andrea Campiglio
Chi era J.R.R. Tolkien: il filologo e il cattolico devoto
J.R.R. Tolkien è stato, come penso molti tra voi sapranno, un grandissimo filologo, professore universitario e scrittore fantasy, autore principalmente dello Hobbit, del Signore degli Anelli e del Silmarillion.
Se avete letto il libro bravissimi, se avete visto la trilogia cinematografica bene, se invece lo conoscete solo tramite i film dello Hobbit o la serie degli Anelli del Potere fatevi un regalo: dimenticate tutto e recuperatevi i testi.
Anche se le produzioni cinematografiche recenti si sono ben guardate dal sottolinearlo, è abbastanza noto che Tolkien, pur essendo cresciuto in un paese a maggioranza anglicana, era profondamente cattolico.
Una Fede cristallina, intensa, che traspare anche nelle sue opere.
Tolkien e il Concilio Vaticano II: lo spaesamento di un fedele
Un aspetto meno noto però è la posizione del grande professore di Oxford nei confronti di un evento avvenuto alla fine della sua vita terrena: il Concilio Vaticano II.
Breve sintesi per chi non ha idea di cosa sia: vi siete mai chiesti come si è passati da Lepanto ai preti che fanno Tik Tok e all'Alleluia delle lampadine? Bene, ci sono diverse cause, ma tra queste c'è sicuramente il clima di profondo rinnovamento (alcuni direbbero rottura) della Chiesa in ogni suo aspetto conseguente a questo Concilio (che dura del 1962 al 1965). Rinnovamento sulla cui efficacia si potrebbe discutere ma che, di fatto, ha provocato un certo spaesamento tra molti suoi fedeli.
Una delle questioni fondamentali è il cambio di Messale nel 1969: una commissione di Teologi decide che il Rito della Messa usato fino a quel momento ("Rito Tridentino") e frutto della Fede delle generazioni precedenti andava "aggiornato" con un nuovo rito che doveva riportare la Messa alla "purezza originaria", il cosidetto "Novus Ordo".
Quello precedente, ritenuto Santo e inviolabile fino ad allora, diventava ad un tratto vecchio, inutile e persino nocivo, e chi ancora si ostinava a celebrare secondo questo andava isolato e sospeso. Ma questa è un'altra storia. Torniamo al professore di Oxford.
La risposta di Tolkien al cambiamento liturgico
Tolkien alla fine della sua vita, aveva 77 anni e morirà 4 anni dopo, si ritrova coinvolto nel processo di innovazione e "aggiornamento" che pervade il Cattolicesimo.
Una documento interessantissimo in questo senso è la lettera 306 del suo epistolario, scritta nell'ottobre del 1968 al figlio Michael Tolkien. Mi permetto di riportarne qualche frase:
«So molto bene che, per te come per me, la Chiesa che un tempo sembrava un rifugio, ora spesso sembra una trappola... penso che non ci rimanga altro da fare che pregare, per la Chiesa, per il Vicario di Cristo, e per noi stessi; e nel frattempo esercitare la virtù della lealtà, che in effetti diviene una virtù solamente quando veniamo spinti ad abbandonarla.
... La ricerca "protestante" nel passato della "semplicità" e della schiettezza... è sbagliata e in realtà inutile. Perchè il "cristianesimo primitivo" è ormai, e malgrado tutte le ricerche resterà sempre, in pran parte sconosciuto; perchè la "primitività" non è garanzia di valore; è stata ed è in gran parte un riflesso dell'ignoranza... "la mia chiesa" non è stata voluta da Nostro Signore statica o che restasse in un'infanzia perpetua; ma come un organismo vivente... Non c'è somiglianza fra il "granello di senape" e l'albero cresciuto.. è l'Albero che conta, poichè la storia di un essere vivente è parte della sua vita, e la storia di una cosa divina è sacra. I saggi possono sapere che è iniziata da un seme, ma è inutile provare a scavare per cercarlo, perchè non esiste più, e la virtù e le forze che aveva ora risiedono nell'Albero.
I custodi dell'Albero devono averne cura, conformemente alla saggezza che possiedono, potarlo, rimuovere i cancri, liberarlo dai parassiti e così via. Ma di certo lo danneggeranno, se sono ossessionati dal desiderio di tornare al seme o anche alla prima giovinezza della pianta quando era (come essi immaginano) graziosa e incontaminata dal male...
...L'altro motivo (ora tanto confuso a quello primitivista, anche nella mente di ognuno dei riformatori): aggiornamento (in italiano nel testo), ammodernamento, e questo presenta i suoi propri pericoli, come è evidente per tutta la storia.»
Tolkien non accetterà mai il nuovo rito e l'uso delle lingue correnti, e quando si trovava costretto a parteciparvi rispondeva in Latino, ad alta voce, per ribadire il suo attaccamento a quella che per secoli era stata la lingua sacra della Chiesa.
Tolkien e la sacralità della Tradizione
Ultima cosa: Tolkien serviva Messa. Non solo da bambino, ma anche da adulto, quando era uno stimato e rispettato professore. E servire la Messa in Rito Tridentino significa rimanere tre quarti d'ora in ginocchio, rispondendo alle parole del Sacerdote.
Quando, nel 1963, muore lo scrittore e suo caro amico Clive Staples Lewis, Tolkien fa celebrare una Messa in suo suffragio e la serve personalmente, nonostante l'età avanzata.
Credo che sia quasi commovente l'immagine del grande filologo che a 71 anni compiuti si inginocchia a ringraziare "Deum qui laetificat iuventutem meam", ripetendo le stesse parole che aveva imparato da bambino dalla madre e che da lì a breve verranno cancellate, travolte dall'aggiornamento che percorreva la Chiesa.
Si apriva una nuova fase per Roma, una fase che sfocerà nella situazione attuale, con Preghiere dei Fedeli che sembrano un editoriale di Repubblica, schitarrate fastidiose e discutibili signore, che sembrano uscite da una sezione del PD, che percorrono la chiesa distribuendo il Corpo di Cristo rigorosamente in mano e con la stessa sacralità di una cassiera che dà il resto al supermercato.
Davanti a questa devastazione portata dall'"aggiornamento" non può che risuonare profetico l'invito del Professore a difendere ciò che di Sacro ci è rimasto, a preservare la Tradizione, ad ammirare la bellezza dell'Albero e proteggerlo da chi si appresta a distruggerlo nel folle tentativo di ritrovare un seme, incapace di vedere la bellezza che quel seme ha generato.
Di Campiglio potresti voler leggere: Clemente Solaro della Margarita: all'estrema destra del Risorgimento
Rimani aggiornato sulle nostre attività: iscriviti al Canale Whatsapp
Per scrivere a Il Presente: redazione@il-presente.it