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Vannacci: il Generale è sospeso dall'esercito per 11 mesi

Immagine del redattore: RedazioneRedazione

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Il Tar del Lazio respinge il ricorso del generale Vannacci


Il Tar del Lazio ha respinto il ricorso del generale Roberto Vannacci contro il provvedimento disciplinare a suo carico. Vannacci aveva avanzato sette motivi di ricorso, tra cui la presunta violazione del diritto alla libera manifestazione del pensiero e l'obbligo di astensione del ministro della Difesa. Tuttavia, il Tar ha ritenuto infondate le motivazioni presentate.


Astensione del ministro della Difesa: nessuna "grave inimicizia"


Uno dei motivi del ricorso riguardava la mancata astensione del ministro della Difesa. Il Tar ha stabilito che il ministro non era tenuto ad astenersi, poiché non sussistevano condizioni di “grave inimicizia” come sostenuto dal generale Vannacci. Il tribunale ha rilevato che il messaggio pubblico del ministro non evidenziava rancori personali verso il generale.


Limiti alla libertà di espressione per i militari e discrezionalità

disciplinare


Secondo il Tar, le valutazioni disciplinari spettano all'amministrazione con ampia discrezionalità, soprattutto per garantire il principio di neutralità e l’immagine delle Forze Armate. Anche se il diritto alla libertà di espressione è ampio, il tribunale ha ricordato che per i militari tale diritto può essere limitato per salvaguardare l'integrità e la coesione dell’istituzione.


Il Codice dell'ordinamento militare e le restrizioni alla libertà di espressione


Il Tar ha chiarito che il Codice dell'ordinamento militare consente ai militari di esprimersi, ma impone alcune limitazioni per preservare la neutralità delle Forze Armate. Tali restrizioni mirano a mantenere un'immagine di imparzialità e rispetto, elementi fondamentali per la coesione interna dell’istituzione.


L'appello al Consiglio di Stato e la prospettiva della Corte Europea dei Diritti dell'Uomo


L’avvocato difensore di Vannacci, Giorgio Carta, ha annunciato che la vicenda non è conclusa. Verrà presentato appello al Consiglio di Stato, e se necessario, la questione potrebbe giungere fino alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo. Carta sottolinea che sarà fondamentale valutare il diritto alla libertà di espressione dei militari italiani, esaminando il caso anche in ambito europeo.


Redazione


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