L'8 gennaio, dopo 21 giorni di prigionia nel carcere di Evin (a nord Theran), Cecilia Sala è finalmente tornata in Italia. Ne siamo contenti, nonostante i suoi tweet vergognosi sul caso marò risalenti al 2013.
Lo spirito che ci ha imposto di sperare per il ritorno in patria di questa nostra connazionale, detenuta ingiustamente, ci impone ora di "sfruttare" il suo nome, e l'attenzione a lei riservata, per parlare dell'ingegnere Maurizio Cocco, che da più di 3 anni è detenuto ingiustamente nelle carceri della Costa D'Avorio, dove ha raggiunto il peso di appena 42 chili, e alla cui vicenda stampa e opinione pubblica non sembrano interessate.
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«Di lui non ne parlano i giornali, nessuno è intervenuto, non sono arrivate telefonate ai familiari da parte del mondo politico e istituzionali: eppure Maurizio Cocco, un ingegnere di Fiuggi detenuto in Costa d’Avorio in condizioni medioevali, con violazione delle norme processuali e dei diritti umani, sta morendo.»
Andrea Di Giuseppe, unico parlamentare di Fratelli d’Italia eletto all’estero
Chi è Maurizio Cocco?
Maurizio Cocco, 62 anni, ingegnere e imprenditore originario di Fiuggi, è detenuto nel carcere di Abidjan (in Costa d'Avorio), dal 2 giugno 2022, con l'accusa di associazione a delinquere nel traffico internazionale di droga e riciclaggio.
Sarebbe stato complice di un cartello del operante tra il Sud America, l’Italia e la Costa d’Avorio. Il problema? Arrestato in via preventiva, il 7 maggio 2024 Cocco è stato completamente assolto da ogni accusa infamante, a seguito di un regolare processo, svoltosi sulla base di una "indagine" fumosa fin dal principio.
Perché Cocco è ancora in carcere?
Oltre il danno la beffa, anzi, il danno che perdura. Al nostro connazionale, assolto (dopo 2 anni di carcere preventivo) dalle accuse di narcotraffico e, in teoria, in procinto di essere scarcerato (la data avrebbe dovuto essere il 2 giugno), è stato contestato un secondo reato: frode fiscale.
Di cosa si tratta? All'ingegnere è contestato la mancata presentazione di un bilancio dell'azienda con cui opera nel Paese africano. E perché mai Cocco non ha presentato il bilancio? La risposta è semplice, si trovava in carcere. La storia non finisce qui perché, se è vero che l'ingegnere è ritenuto colpevole della mancata presentazione del bilancio (reato, se così lo vogliamo chiamare, che in Italia avrebbe comportato al massimo un interessamento da parte dell'Agenzia delle Entrate), è anche vero che per tale colpa gli sono stati comminati 2 "soli" anni di carcere.
Carcere che, però, Cocco ha già scontato "preventivamente" perché sottoposto a carcere preventivo in forza delle precedenti accuse di narcotraffico. Per tenerlo in gatta buia, la "giustizia" della Costa d'Avorio si è vista "costretta" a formulare nuove accuse, rispetto all'eventuale concorso nel traffico di droga, in base alle quali lo detiene, nuovamente, in carcere preventivo.
Senza che a questo cittadino italiano sia stato notificato un nuovo mandato e non tenendo conto che, in Costa d'Avorio il carcere preventivo non può estendersi per più di 18 mesi (già abbondantemente superati) e, per di più, non può riguardare capi di accusa per i quali si è già svolto un processo.
La battaglia di Assunta Giorgilli, moglie di Maurizio Cocco
Lo scorso 21 dicembre, nel silenzio della maggior parte della stampa, la moglie dell'ingegnere Cocco si è incatenata davanti a Palazzo Chigi, nella speranza di ridestare l'attenzione politica e mediatica sul tema. Con le stesse intenzioni, il Comune di Fiuggi, di cui Cocco è cittadino, ha indirizzato una comunicazione al Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, al Parlamento Italiano, alla Sezione Bilaterale Amicizia Italia Africa Occidentale e al Parlamento Europeo. Ma tutto tace.
Siamo sicuri che il Governo di Giorgia Meloni, che ha a cuore la sorte degli Italiani all'estero e che si è speso tanto per la scarcerazione della giornalista, innocente, Cecilia Sala quando per il rimpatrio del condannato Chicco Forti, sia all'opera per la liberazione di Maurizio Cocco. Altresì, siamo sicuri che un maggiore interesse da parte dell'opinione pubblica e maggiore "rumore" da parte della stampa nazionale, così come nei casi di Sala e Forti, aiuterebbero gli sforzi di ci lavora nella speranza che l'ingegnere Cocco possa presto tornare in Italia.
Matteo Respinti